martedì 19 maggio 2015

Il peso dell'adolescenza sul rischio di demenza (Teenage obesity and risk of dementia)

Per i bambini obesi, non solo diabete, steatosi epatica, danni alla retina e cardiopatie: da grandi potrebbero sviluppare anche un deficit cognitivo progressivo fino ad arrivare alla demenza senile o all’Alzheimer. 
Lo rivela uno studio condotto dall’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, appena pubblicato sulla rivista scientifica Pediatrics. 
I ricercatori hanno scoperto negli adolescenti obesi livelli elevati di una proteina, la β 42 amiloide, coinvolta proprio
nel processo di insorgenza e sviluppo di queste patologie. Nei pazienti che sviluppano demenza senile e Alzheimer, infatti, la proteina si accumula nel cervello formando placche ed ammassi neurofibrillari.

Si tratta della prima ricerca ad aver indagato i livelli di questa proteina e la correlazione tra obesità infantile e rischio di Alzheimer. 
Dallo studio, che ha coinvolto 440 giovani (101 bambini tra i 2 e i 6 anni e 339 adolescenti) sia di peso normale che non, è emerso che gli adolescenti obesi e con insulino-resistenza (alterazione del metabolismo molto frequente nelle persone con obesità) presentavano aumentati livelli di β 42 amiloide. Quanto più i livelli di questa proteina sono alti, tanto maggiore potrebbe essere il rischio che questi giovani sviluppino demenza senile e Alzheimer in età adulta.

Le alterazioni della proteina non sono state invece riscontrate nei bambini in età prescolare: questo ha suggerito ai ricercatori del Bambino Gesù che gli aumentati livelli di β 42 amiloide richiedono una lunga esposizione all’obesità e all’insulino-resistenza. 

Vale a dire che quanto più a lungo e gravemente il bambino è obeso e insulino-resistente, tanto più elevati sono i livelli attesi di questa proteina che depositandosi a livello cerebrale può causare demenza e Alzheimer.




Fonte: Le Scienze

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