Partendo
da questa affermazione di Albert Einstein, potremmo dire che le calorie rappresentano
uno specchietto per le allodole, uno strumento per carpire la (già poca)
attenzione dei consumatori frettolosi, irresponsabili, acritici e
inconsapevoli. Uno
strumento al servizio dei prodotti mediocri i quali, per essere venduti, hanno
la necessità di offrire un (apparente) “valore aggiunto” al consumatore.
Cosicché,
il consumatore, distratto
dal calcolo delle calorie, si concentra sullo sterile confronto “energetico” tra le variopinte offerte di cibi e bevande
che popolano gli scaffali della grande e piccola distribuzione.
dal calcolo delle calorie, si concentra sullo sterile confronto “energetico” tra le variopinte offerte di cibi e bevande
che popolano gli scaffali della grande e piccola distribuzione.
È molto
più agevole, in stato di pigrizia mentale, elucubrare sull’importo energetico
(e le etichette ne danno spunti creativi in ogni senso) anziché pretendere la
qualità.
Come
di consuetudine, anche in ambulatorio, cerco di far riflettere le persone.
Voglio renderle coscienti della secondarietà delle calorie. Ne semplifico il
concetto.
Immaginiamo
che le calorie siano un colore, il rosso ad esempio. Immaginiamo di trovarci a dover
scegliere tra due auto, entrambe di colore rosso. Una delle due auto è una
bellissima Fiat 500 (rossa), l'altra una fantastica Ferrari (rossa anch’essa). Queste
auto potrebbero apparirci uguali (o simili) se ci limitassimo al colore. Rischieremmo
di essere, quantomeno, superficiali se non guardassimo oltre: alla qualità, in
altre parole!
Tornando
alle calorie, esaminiamo due fonti energetiche equi-caloriche: 5 bustine di
zucchero (quelle del bar, ad esempio) e una croccante e gustosa mela di circa
due etti. Entrambe le fonti apportano 100 calorie, ma nel primo caso sono 100
calorie (vuote) da saccarosio, nel secondo caso le 100 calorie sono
accompagnate da vitamine, fibra, acqua, sali minerali, fitonutrienti, fruttosio…
E
allora, è il momento di smettere con i messaggi che concentrano l’attenzione
sulle calorie (a partire dalle etichette nutrizionali) perché si alimenta
l’epidemia di obesità e delle malattie correlate(1). L’eccessivo
aumento di peso, in bambini e adulti, va contrastato mettendo al bando i cibi e
le bevande di qualità mediocre(2) che millantano unicamente
“l’innocuo” contenuto calorico.
È
ora di cambiare visione e guardare concretamente alla salute per la quale il
conteggio delle calorie, non conta.
1. SC Lucan and JJ DiNicolantonio. How calorie-focused
thinking about obesity and related diseases may mislead and harm public health.
An alternative. Public Health Nutr 2015
2. A Malhotra et
al. It is time to stop counting calories, and time instead to promote dietary
changes that substantially and rapidly reduce cardiovascular morbidity and
mortality. Open Heart 2015
Hai ragione, c'è sicuramente una differenza tra le calorie vuote e quelle piene di vitamine, minerali e altri nutrienti utili. Basta confrontare lo zucchero puro e la stessa quantità di calorie sotto forma di uva dolce. Non è difficile indovinare quale è meglio per la tua salute. Se le persone obese tagliassero le bibite dolci, la maggior parte di loro andrebbe bene. Avrebbero un aspetto migliore, potrebbero evitare di sviluppare il diabete, non avrebbero problemi con ipertensione, articolazioni, impotenza e molte altre condizioni causate da troppo peso corporeo.
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